Idylium: storia di Branding
Per la storia di branding di oggi, vi parliamo di Idylium, un cliente davvero “granitico” che ci ha affidato un importante branding design.
Ci sono clienti che ti aspetti e clienti che non ti aspetti. Idylium è certamente un cliente che non ti aspetti.
Con in mano un prodotto che nei prossimi anni sarà una vera “killer application” del settore delle pietre per arredo, Idylium decide di creare un logo del tutto nuovo per questo incredibile prodotto. Dopo essersi rivolti ad altre realtà, non sono riusciti a trovare il giusto logo per quello che stavano cercando.
Avendo avuto un po' di esperienza pregressa con il settore (la realizzazione del logo di www.allianceofstone.com), quando veniamo contattati ci sentiamo abbastanza sicuri di poter raggiungere la meta.
Ma il compito, come vedremo a brevissimo, non sarà certo facile.
Dopo esserci inizialmente confrontati sul naming, che non si tocca, arrivano le prime desiderata sul logo:
- Che rimandi all’Italia e all’italianità. Stressare molto sul design italiano e il legame con l’Italia
- Che sia associabile ad un materiale come sound, "come se fosse un materiale oltre che un brand" cit.
- Che ci si possa agganciare a contenuti interessanti e coerenti nel raccontare il significato ("ok il sound bello ma devi poter raccontare qualcosa"cit.)
- Vena passante (il loro prodotto avrà una caratteristica unica, ovvero “la vena passante”: la pietra non avrà il solo e banale “disegno” delle venature, ma tramite un procedimento di cui possiedono un brevetto proprietario, una macchina riprodurrà, tramite pressioni straordinarie, il lavoro che la terra compie in centinaia di migliaia di anni sulle pietre. Queste petre, che comporranno la poi lastra, riporterano quindi vene reali e non semplicemente “appiccicate sopra”.
A questi ovviamente si aggiungono tre requisiti quasi scontati:
- sicurezza del marchio
- dominio puro .com
- coerenza con i valori del brand
Come sempre si parte con una marea di contenuti e, come sempre, cerchiamo di ripulire il campo di battaglia dal rumore e da ciò che potrebbe distrarci.
Le tre cose che più ci colpiscono sono nell'ordine:
- La vena passante (è un plus di prodotto che dovrà essere utilizzato in qualche modo)
- L'italianità (dobbiamo essere designer e far passare questo design come incastonato nel nostro dna.)
- Il naming. La forza del naming non sta semplicemente nel suo significato o nel suo suono armonioso e morbido, ma nella disposizioni delle sue lettere: la Y che rompe un po' la geometria del tutto, la M finale come un monolite, un blocco... insomma c'è parecchio che ci fa muovere i neuroni
Cominciamo a lavorare su significati grafici che potrebbero essere nascosti nel naming: tutto dipende molto dalla font, è chiaro, ma un po' di esperienza ci aiuta a muoverci con agilità su alcuni standard che non tradiscono mai. Troviamo un “1” che potrebbe portarci in un panorama molto interessante, non solo a livello grafico. Riusciamo a creare un elemento grafico quasi floreale con tutte le lettere del naming. Ci dirigiamo su una lettura geometrica molto semplice, ma che nasconde la nostra Y... ma nulla di tutto questo ci convince fino in fondo.
Alcune prime prove
La soluzione floreale, anche se ardita da un punto di vista grafico, non ci convince in pieno
In realtà, manca sempre qualcosa: o la vena passante, o l'italianità, o lo sfruttamento utile di qualche elemento del naming in modo diretto.
Oltre ad avere molta fretta, il cliente ci spiega come una buona “narrazione” alla base della creazione del logo sia forse più importante di un buon logo: vogliono che si celi una vera storia dietro a questo fantomatico simbolo, vogliono poter dotare questo brand sin dai suoi inizi, di un DNA forte e molto riconoscibile, che possa essere speso in tutta la catena del valore di marca.
Forse, quindi, l'attenzione alla semplice grafica può non bastare ad arrivare alla soluzione del problema.
Dopo qualche altro tentativo un po' traballante, dopo essere andati a scomodare “mr golden ratio” in persona, come spesso ci capita, buttiamo sul foglio un'idea un po' folle. Un'idea che parte da così lontano, da farci quasi paura, ma che nel suo sviluppo si dipana in modo semplice e diretto.
Vogliamo un segno elementare, materico, fisico. Un segno che parli subito di roccia, di pietra, di stabilità. Inutile ragionarci troppo. Non può che essere il quadrato. Non possiamo che partire, nuovamente, da lì. Ma non ci basta: vogliamo qualcosa di unico, di nostro. Ed ecco l'idea folle, che prende a piene mani da quell'italianità così difficile da rendere.
Monte Bianco e Monte Rosa. Le due cime più alte del nostro paese. 4810mt X 4609mt di altezza rispettivamente. Un ratio quasi perfetto (1,04....) che rende questo quadrato... non un quadrato! Che rende questa forma, una forma unica, nostra. Una forma che racchiude il massimo della “pietra” italiana, la sua massima espressione, il culmine di quella natura a cui Idylium si ispira e a cui vogliamo tornare.
Abbiamo una base unica da cui partire, una base italiana, vera, solida, sui cui appoggiare non solo la costruzione di tutto il logo, ma anche tutto il narrato di marca.
È chiaro, però, che il quadrato non può bastare. Anche se racchiude un significato così potente e nascosto, rimane pur sempre un quadrato nell'occhio di chi lo guarda. Dobbiamo renderlo ancora più riconoscibile. È quindi arrivato il momento di sfruttare qualche peculiarità del lettering e la nostra attenzione ricade subito sulla Y.
La Y, se trattata nel modo corretto, può davvero diventare la famosa “vena passante”, fiore all'occhiello di tutto il prodotto. Dopo aver realizzato alcune prove, riusciamo a raggiungere un certo equilibrio. Ma per far sì che tutto sia davvero secondo “norma”, applichiamo il nostro ratio-idylium a tutta la font che andremo ad utilizzare. In questo modo le spaziature e le posizioni rispetteranno la nostra formula.
In seguito ci siamo occupati di cromie, posizione della Y (che seguendo le richieste del cliente doveva essere ancora più riconoscibile) e modifica della font. Sulla lettera M abbiamo dovuto lavorare molto, perché il cliente l'ha sempre ritenuta molto importante nella composizione e dovevamo cercare di mantere una certa coerenza grafica. Abbiamo quindi proceduto alla rivisitazione della font in modo che tutte le parallele più evidenti fossero formalmente corrette.
È il momento di confrontarci con il problema payoff. Il cliente opta per uno statuario “Milano”. Nulla di più, nulla di meno.
Per quanto ci riguarda è una scelta audace, ma interessante (Idylium Milano, fa molto gioielleria, molto “lusso”). Ciò che ci preoccupa subito è la posizione da dare a questa parola. Non è corta, ma non lunga abbastanza per essere una base solida a livello di design e giocare troppo con la spaziatura delle lettere la renderebbe illeggibile.
La soluzione è ancora nascosta nel nostro “quadrato-non-quadrato” che ci rivela dove poter appoggiare Milano. L'italianità, in questo modo, viene resa ancora più centrale: la questione dello speciale ratio al quale abbiamo lavorato, può anche rimanere una sinfonia silenziosa, una storia “nascosta”, ma quel Milano in quella posizione elimina qualsiasi dubbio sulla natura del nostro brand. Siamo italiani e lo diciamo in modo chiaro.
Ecco il logo definitivo e di seguito le cromie
QUALCHE CONCLUSIONE
Possiamo portarci a casa qualche conclusione importante da questo lavoro:
- Non esiste il settore B2b o B2c. Esistono solo marche e tutte hanno la stessa, identica voglia di possedere una storia, delle radici (più o meno fittizie) e un narrato che permetta loro di ricavarsi una nicchia di posizionamento. Brugole o scarpe alla moda non cambia. Lavorate su tutti i clienti con la stessa impostazione mentale. Non fate l'errore di pensare che “se fanno sassi, vorranno sassi.”
- Il cliente ha le sue ragioni che l'agenzia non conosce. Quindi assorbite ciò che vi indicano i vostri interlocutori e lavorate con quello. Ci sono sfaccettature che neanche immaginate dietro una richiesta, o dietro un'altra. Siate consulenti corretti e coerenti, ma se le richieste sono indiscutibili, lasciate che rimangano così e cercate di trovare l'ottimo con quello che avete.
- Esplorare soluzioni laterali è sempre l'unica via per trovare soluzioni realmente nuove. Magari non risolutive, ma nuove. Il nostro scopo è esattamente quello.
Se volete saperne di più su Idylium e le sue pietre innovative ecco il loro sito